Tra i volontari c’è il nostro mitico Andrea, esperto di elettronica, che già lo scorso anno aveva realizzato la bacheca parlante, quella che trovate all’ingresso che vi saluta, vi dà il buongiorno e ringrazia quando vengono fatte delle offerte; il suo funzionamento è ad energia solare e quindi energia pulita e bassissimo impatto, proprio come la piccola “turbina” che c’è in fondo al percorso fiabesco ai piedi dell’ultima cascata.
Nello specifico c’è una ruota con delle palette che sfrutta la forza della caduta dell’acqua per girare e creando così un movimento che, collegato ad un motorino elettrico, produce corrente che va a caricare delle batterie.
Queste accumulano energia per illuminare l’ultimo tratto del Fiume Incantato rievocando qualcosa che molto tempo fa era un’innovazione incredibile nel piccolo paesino di San Vittore.
Dovete sapere infatti che nel nostro piccolo borgo nel lontano 1942 fu costruita una centrale idroelettrica e fu costituita una società privata per la gestione.
Con la guerra e la ritirata dei tedeschi la centrale fu minata e fatta saltare in aria ma nel dopoguerra, intorno ai primi anni ‘50 venne ricostruita e ripristinata.
Serviva principalmente per l’illuminazione e per l’officina del fabbro che era anche il manutentore della centrale.
Funzionò fino agli anni ‘70, fino a quando l’ENEL e le nuove leggi e normative sull’energia imposero lo spegnimento. In seguito, gli abitanti di San Vittore che si impegnarono per la costruzione, vennero rimborsati con un indennizzo.
Questa storia raccontata nei minimi dettagli è stata trascritta da Imbre Giorgi, storico abitante del nostro piccolo borgo che vide nascere la centrale e ne divenne anche il responsabile. Nel suo libro “Ricordi che rimangono impressi” oltre a questa ci sono tante altre storie riguardanti la vita del paese prima, durante e dopo la guerra.
CLICCANDO QUI verrete reindirizzati su una pagina che riporta il capitolo 26 del suo libro e dove viene descritta l’intera storia della centrale idroelettrica di San Vittore.
Buona lettura!
